(Altro
post molto lungo. Note storiche su Puccini – Cori – Krausser)
Ringrazio
tutti coloro che si sono interessati alla vicenda di Cori e Puccini. E’
arrivato dalla Germania “Der Jadg nach Corinna” (Caccia a Corinna), il libro
dove Helmut Krausser documenta le sue ricerche ed espone la teoria che Cori,
l’amante di Puccini la cui identità è stata tenuta celata per oltre un secolo,
fosse all’anagrafe Maria Anna Lucia Coriasco (1882-1961), presentando i
relativi documenti. Ho dato una scorsa e con il mio tedesco imparato nelle
orchestre e non sui banchi di scuola probabilmente ho perso più di una
sfumatura, posso tuttavia fare un veloce aggiornamento al post precedente sulla
Coriasco. Come dicevo, più che l’identificazione in se mi interessa il
procedimento con il quale si è arrivati a questo nome.
Krausser
è un romanziere (anche un compositore, a dire il vero) e anche nel libro che
vorrebbe essere più documentato ragiona da romanziere. Schickling ha dato un
contributo prezioso in termini di indirizzo e soprattutto di contatti, essenziale
quello con la prof. Biagi Ravenni a Lucca. E Schickling soprattutto,
riprendendo la teoria di Krausser nella sua biografia le imprime un marchio di
legittimità non indifferente. Ma quello che inglese si chiama “legwork”, il
lavorio delle gambe, la ricerca sul campo faticosa e tediosa è stata fatta da
Krausser coadiuvato da alcuni assistenti.
Vedo
subito che, per l’estrema fatica di documentare vite di assoluti sconosciuti
cercandone i dati alle anagrafi, ai distretti militari, nei tribunali, Krausser
ha seguito solo alcune delle tracce possibili, quelle che sembravano più
promettenti. Questo significa che la sua identificazione della Cori nella
Coriasco, pure verosimile, non si può dimostrare con la sicurezza del 100%.
Quando
Krausser inizia il suo lavoro, di Cori è noto solo quello che si legge in
alcune lettere di Puccini ed entourage. Inoltre c’è la traccia della vecchia
madre di Massimo Mila che sostiene che Cori/Corinna sia stata una sua compagna
di scuola, che si chiamava Agnoletti o Agnellotti. Dato che Mila stesso non ha
seguito questa traccia con la dovuta attenzione, Schickling ne deduce che sia
come minimo sospetta. Vaneggiamenti?
Nel
2006 la biblioteca statale di Lucca acquista il fondo Bonturi-Razzi. Le
relative lettere in realtà rimangono chiuse per alcuni mesi in cassaforte per
questioni amministrative, l’unica che le può brevemente visionare è la Biagi
Ravenni che trova il documento sensazionale: una bozza della lettera, partita
verso l’ottobre 1903 in cui Puccini riassume i diari degli investigatori che
hanno seguito la Cori, hanno dettagliato le sue avventure con diversi altri
uomini e per questi motivi Puccini le dà il benservito. La Biagi Ravenni può
appuntare solo pochi dettagli che passa a Schickling e tramite questi a
Krausser. Questi iniziano l’investigazione solo usando i pochi nuovi dettagli a
disposizione.
Il
dettaglio essenziale è che, secondo gli investigatori, il padre della
misteriosa Cori/Corinna è stato condannato per oltraggio al pudore. La ricerca
quindi parte all’archivio di stato sfogliando i volumi delle sentenze dell’anno
1903. Incredibilmente fra i condannati di giugno c’è un Agnelotti, il che
darebbe ragione alla mamma di Mila, ma a successive indagini si accerterà che
quell’Agnelotti aveva solo figli maschi.
L’attenzione
si appunta su un Domenico Coriasco, condannato in prima istanza il 25 settembre
1903. Qui devo osservare che Krausser ha lasciato cadere, probabilmente per
l’impossibilità pratica di investigarli tutti, gli altri nomi – Coriasco è
sembrato subito il più probabile per l’assonanza tra “Cori” e “Coriasco”, e si
sa che Puccini coniava soprannomi per assonanza. Saltiamo l’elenco delle penose
ricerche alle anagrafi – che comunque iniziano le loro attività con l’Italia
unita e Coriasco Domenico è nato prima, e salta fuori una Domenica Coriasco di
lui figlia (recte Domenica Marietta Luisa). Dal cimitero vediamo le sue date:
1879-1964. Un filo troppo vecchia per essere Cori. Inoltre si trova il
necrologio su “La Stampa” e anche un atto di matrimonio: Domenica Coriasco si è
sposata nel 1902, e questo non è compatibile con il ruolo di Cori, che nel 1902
era in pieno idillio con Puccini.
Di
lei si accerta che aveva due sorelle:
Maria
Antonietta Elvira (1881-?)
Maria
Anna Lucia (1882-1961)
Ambedue
potrebbero essere candidate al ruolo di Cori. Ma della prima si perdono le
tracce subito dopo la nascita, forse in un trasloco della famiglia da Saluzzo a
Torino. Il suo atto di nascita non ha trascritti né matrimonio né morte.
Krausser suppone che possa essere morta da bambina, forse addirittura prima
della nascita di Maria Anna Lucia – altrimenti nella famiglia Coriasco ci
sarebbero due figlie chiamate “Maria”.
Di
Maria Anna Lucia sappiamo che era sarta, che sposa un certo Pancrazio Severino
nel 1906, che poi è stato l’unico testimone a discarica nel processo di suo
padre. Ha due figli dei quali si trovano solo nascita e morte, uno di questi a
sua volta genera una nipote introvabile dopo il 1950. L’unica foto disponibile
è quella della tomba.
Nel
mentre Krausser trova questi dati, le questioni amministrative si sbloccano e
la Biagi Ravenni può inviare una copia integrale del documento. E saltano fuori
dei dati aggiuntivi su Cori forniti dallo stesso Puccini che la rendono
compatibile con la Maria Anna Lucia Coriasco:
- frequenta l’ambiente delle
sartine
- ha una sorella
- dice di avere un fratello ma
non è vero
- ha dei conoscenti o
familiari che coprono i suoi movimenti, le cui iniziali sono D.C. (e la
Coriasco di parenti con le iniziali D.C. ne ha addirittura due)
Altri
due particolari. Corinna può essere derivata da Cori + Anna. E negli 1900/1901
la presenza di Puccini a Milano il 18 settembre, data del compleanno di
Corinna, renderebbe possibili con poca fatica un paio di trombatine di
compleanno (questo lo fa capire Krausser, a me sembra un po’ tirata). Nel 1902
questo non sarebbe possibile. Nel 1903 Puccini, ancora ingessato, di strada fra
Viareggio e Parigi si ferma per mezza giornata il 18 settembre a Genova per
discutere con il suo avvocato torinese Nasi la liquidazione della relazione. E
potrebbe darsi, visto che Cori e Puccini si trovavano regolarmente a Genova
(metà strada fra Viareggio e Torino), che l’abbia vista in quella occasione per
l’ultima volta per chiudere con lei. E anche lei sarebbe andata dall’avvocato.
Ultima
conferma, il dettaglio delle date del processo di appello Coriasco e Puccini
che si sente sollevato il giorno seguente la seconda condanna.
Questo
è quanto. Una identificazione verosimile ma non definitiva. Nel fondo
Bonturi-Razzi sono finite anche lettere, una di un amico di Puccini
(verosimilmente Luigi Pieri detto Ciospo) che aveva organizzato
l’investigazione, ed una corrispondenza tra Illica ed Elvira dove si intuiscono
manovre sotterranee fra Illica e forse Ricordi per convincere Puccini che la
sua adorata Cori avesse una doppia vita (anche tripla o quadrupla).
Se
Cori è veramente la Coriasco, abbiamo un identikit abbastanza preciso: di
famiglia modestissima, è una grisette (avete presente Mimì?), la sartina
indipendente dalla famiglia già in giovanissima età, tendenzialmente di coscia
lesta e con la tendenza a trasformarsi in una cocotte – che questa è la fama
che gli investigatori di Puccini riscontrano di lei. La vedono ricevere in casa
una o due persone per sera, dal tipografo al conte, e riferiscono a Puccini.
Puccini ne rimane distrutto. La cortina di silenzio che viene fatta sulla sua
persona serve a proteggere la fama del maestro dallo scandalo di essersi legato
per quattro anni ad una donna di un simile ambiente.
Ultima
cosa: la spiegazione delle foto di nudo che Krausser identifica in Cori è
veramente poco convincente. Probabilmente Cori non era molto diversa, sappiamo
che a Puccini delle donne interessava più il lato B del lato A, sappiamo che
Cori fu fotografata dal Bertieri, un fotografo di successo che ne fu per
qualche tempo anche l’amante, ma non esiste nulla di concreto per legare queste
foto a Cori se non che furono scattate negli anni in cui si svolgeva la
vicenda, ed una ipotetica somiglianza tra la modella e la foto sulla tomba
della Coriasco.
Volete
sapere la mia opinione? Io credo impossibile che, fra le soffitte di Torre del
Lago o gli archivi di casa Ricordi o negli archivi di qualche studio legale non
esista almeno un foglio dove Cori sia descritta con nome cognome ed indirizzo
(vicino alla stazione di Porta Nuova, questo lo sappiamo). Semplicemente, c’è
stata la consegna del silenzio assoluto e la consegna sembra ancora valere dopo
oltre un secolo. Un giorno qualche lettera verrà messa in commercio e l’enigma
sarà risolto definitivamente, ma forse deve passare ancora una generazione
perché queste faccende abbiano quella rilevanza solo storica e non più umana
che potrà permettere di aprire gli archivi.
Bisognerebbe commentare adesso che davvero nella soffitta di Torre del Lago c'era la minuta di un telegramma dove Cori è identificata come tale Corinna Maggia, all'epoca studentessa di magistero e in seguito maestra del comune di Torino. Il che vuol dire che tutto il ragionamento di Krausser era campato per aria. Lascio l'articolo a memoria, ma chi volesse la vera storia di Corinna può leggerla sul mio Almanacco musicale e drammatico per l'anno 2024, pubblicato su youcanprint.it e reperibile, oltre che dall'editore, su Amazon, sulle principali librerie online e fisiche.
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