12/10/17

Filologia Pucciniana n.2 – L’Elzeviro


Nel fondo Bonturi-Razzi troviamo un pacchettino di lettere di Illica (il librettista di Puccini) indirizzate a Elvira, ancora non coniugata Puccini. Siamo nel terribile anno 1903. A seguito dell’incidente d’auto, Puccini è a Torre del Lago bloccato in casa con una gamba rotta. Deve aver promesso alla Cori di sposarla e questa lo tormenta per lettera, Elvira viceversa lo massacra dal vivo. Parenti e amici gli stanno addosso per costringerlo a fare la cosa giusta, lasciar perdere la ragazzina e sposare la madre di suo figlio. Anche l’editore Giulio Ricordi (oggi si chiamerebbe: il suo produttore) a Milano ha paura che Puccini perda la testa dietro una puttanella minorenne e l’investimento della ditta su di lui vada in fumo.
In due cartoline di Illica (fondo Bonturi) si trova una espressione in codice, “elzeviro”.
1. Luigi Illica, Cassano d’Adda – a Elvira, Torre del Lago 31/3/1903
Gentilissima Signora Elvira – come Le ho scritto – Giulio R. andrà personalmente a Roma e personalmente si occuperà della edizione elzeviriana.
2. Luigi Illica, Cassano d’Adda – a Elvira, Torre del Lago 11/4/1903
Gentiliss.ma Signora Elvira, la Signora Ramelde mi ha scritto una bellissima lettera per affrettare l’elzeviro ove parla del sig. Giulio. L’ho mandato subito a Ricordi. Da Riccioni niente. Come avrà visto, appunto perché non troppo sicuro l’uomo, nella mia dico che l’urgenza della cosa non riguarda né l’Elvira né Tonio – ma la piemontese.
*************
La piemontese è Cori, quindi l’elzeviro è urgente per colpa sua.
E’ evidente che qui “elzeviro” non significa né piccolo libro tipograficamente curato (Ricordi non ne pubblicava né aveva bisogno di andare a Roma) né editoriale giornalistico di terza pagina, ma è un nome in codice. Qualche cosa che solo l’Elvira deve capire. Che cosa significa? Le lettere del fondo Bonturi sono emerse da una decina di anni e, a parte il grande documento sull’attività galante della Cori, non sono ancora state studiate dai critici. Per cui qui bisogna saper interpretare in proprio. 
Dato che le espressioni di Puccini e famigli rimandano sempre per assonanza all’oggetto dell’espressione, il primo passo sta nel trovare l’assonanza ad “elzeviro”. E l’assonanza è ovviamente Elvira: è qualche cosa che riguarda proprio lei personalmente. Letteratura critica non ce n’è, ma le lettere fra Ramelde (la sorella prediletta di Puccini) e Illica ci sono e sono state pubblicate in “Puccini com’era” (curatori Marchetti/Sartori) nel 1973. Rimettendo insieme queste due lettere con quelle si capisce che cosa sia l’elzeviro che il comm. Giulio Ricordi doveva affrettare. Giulio Ricordi va a Roma per ottenere dal governo (e specificamente da Zanardelli, presidente del consiglio, apprendiamo da una terza cartolina) una dispensa ai termini di vedovanza di Elvira. Il marito legittimo di Elvira muore il 26 febbraio 1903, Elvira a termini di codice civile vigente può risposarsi solo dopo dieci mesi che servirebbero ad accertare una eventuale gravidanza (nel qual caso il figlio si presumerebbe essere del defunto); quindi non prima del gennaio 1904. Ma parenti e amici temono di non riuscire a reggere Puccini per tanto tempo, e che Puccini faccia un colpo di testa e ceda alle richieste di matrimonio di Cori prima che Elvira sia matrimoniabile. Quindi mandano il pezzo più grosso possibile – Giulio Ricordi – a Roma per chiedere al governo un decreto ad personam. Ma Zanardelli rifiuta e per Elvira sono altri otto mesi di passione. Se viceversa il governo avesse ceduto, Puccini sarebbe stato messo di fronte al fatto compiuto e costretto al matrimonio immediato. Con la gamba ancora ingessata.
Nella realtà il matrimonio con Elvira venne celebrato domenica 3 gennaio 1904, in pratica il primo giorno utile. E la Cori con le sue minacce di scandalo venne liquidata a fine dicembre, in pratica l’ultimo momento possibile.
(Che questa mossa di Ricordi fosse stata chiamata in codice “elzeviro”, a mia conoscenza non l’ha ancora scritto nessuno. Sospetto che quello che vi scrivo sia una novità assoluta.)

Nessun commento:

Posta un commento