24/11/17

Le tre crazie


Da sinistra a destra: Alba detta Albina, Nina e Nelda Franceschini, nate fra il 1887 e il 1892, sono le figlie di Ramelde Puccini (1859-1912), sorella minore di Giacomo, e di suo marito Raffaello Franceschini, esattore delle imposte di Pescia; quindi Puccini era lo zio delle tre bambine.

Ramelde era la sorella preferita, quella alla quale Puccini scriveva più di frequente, con la quale si confidava o litigava o discuteva più spesso. Occasionalmente Puccini le mandava anche qualche lettera o poesia un po’ volgare (una sorta di riedizione della vicenda di Anna Thekla Mozart), oppure prendeva anche in giro pesantamente il marito, di solito giocando sulla differenza fra Ramelde, donna di forme piuttosto abbondanti, e Raffaello, ometto magro e nervoso. Numerosi i soprannomi affibbiati a tutti e due, notevoli due di Ramelde: “ramaiolo” (per assonanza con il nome) o, in un periodo di passione debussyana, “Melisande”; Raffaello, di solito, era chiamato “Vino”.

Tramite Albina molta della corrispondenza fra Ramelde e Puccina è stata resa nota, con questo fornendo informazioni familiari e biografiche molto preziose. Alla scomparsa della madre, Albina che nel frattempo era già una giovane signora ne eredita il ruolo di confidente dello zio.

Quando le tre sorelle Franceschini erano piccole, ogni lettera dello zio indirizzata al loro babbo o alla loro mamma terminava con un saluto a loro, di solito identificate con un soprannome collettivo. Il soprannome iniziale era “le tre grazie”.

“Saluta Ramelde e le 3 grazie” (26/5/1893 – idem 12/11/1893)

Dopo breve tempo le tre bimbe non furono più tre grazie, ma “tre crazie”. La crazia era una antica moneta toscana. La crazia venne coniata fino al principio dell’ottocento, ma rimase in circolo. All’Unità d’Italia, passando dalle lire fiorentine (che valevano di meno) a quelle italiane, il valore della crazia, ritirata dalla circolazione, fu stabilito in 7 centesimi di lira italiana. Pertanto le “tre crazie” assunsero il soprannome collettivo di “21 centesimi”.

“Saluta Ramelde e bacia i 21 cent” (23/9/1893 – idem, 30/10/1893

o anche forme più complicate:

“Saluta le signorine 3 via 7” (24/11/1893)
“Saluta Ramaiolo e 3 via 7” (3/12/1893)
“Addio saluti a Ramaiolo e 7  7  7  21” (5/12/1893)
“Ciao saluti caro Vino e 3:777” (8/12/1893)
“Saluta Ramelde e 3 x 7” ( 4/1/1894)

Qualche volta le bimbe vengono ricordate con forme tipicamente lucchesi: “Salute a te e alle piscione” (8/10/1893), “Saluta Ramelde e bambore” (17/1/1894), “Salutando la Femmina e pitorine” (9/3/1894).

(citazioni dal I volume dell'Epistolario a cura di Biagi Ravenni/Schickling ediz. Olschki)


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