Da sinistra a destra: Alba detta Albina, Nina e Nelda
Franceschini, nate fra il 1887 e il 1892, sono le figlie di Ramelde Puccini
(1859-1912), sorella minore di Giacomo, e di suo marito Raffaello Franceschini,
esattore delle imposte di Pescia; quindi Puccini era lo zio delle tre bambine.
Ramelde era la sorella preferita, quella alla quale Puccini
scriveva più di frequente, con la quale si confidava o litigava o discuteva più
spesso. Occasionalmente Puccini le mandava anche qualche lettera o poesia un
po’ volgare (una sorta di riedizione della vicenda di Anna Thekla Mozart),
oppure prendeva anche in giro pesantamente il marito, di solito giocando sulla
differenza fra Ramelde, donna di forme piuttosto abbondanti, e Raffaello, ometto
magro e nervoso. Numerosi i soprannomi affibbiati a tutti e due, notevoli due
di Ramelde: “ramaiolo” (per assonanza con il nome) o, in un periodo di passione
debussyana, “Melisande”; Raffaello, di solito, era chiamato “Vino”.
Tramite Albina molta della corrispondenza fra Ramelde e
Puccina è stata resa nota, con questo fornendo informazioni familiari e
biografiche molto preziose. Alla scomparsa della madre, Albina che nel
frattempo era già una giovane signora ne eredita il ruolo di confidente dello
zio.
Quando le tre sorelle Franceschini erano piccole, ogni
lettera dello zio indirizzata al loro babbo o alla loro mamma terminava con un
saluto a loro, di solito identificate con un soprannome collettivo. Il soprannome
iniziale era “le tre grazie”.
“Saluta Ramelde e le 3 grazie” (26/5/1893 – idem 12/11/1893)
Dopo breve tempo le tre bimbe non furono più tre grazie, ma
“tre crazie”. La crazia era una antica moneta toscana. La crazia venne coniata
fino al principio dell’ottocento, ma rimase in circolo. All’Unità d’Italia,
passando dalle lire fiorentine (che valevano di meno) a quelle italiane, il
valore della crazia, ritirata dalla circolazione, fu stabilito in 7 centesimi
di lira italiana. Pertanto le “tre crazie” assunsero il soprannome collettivo
di “21 centesimi”.
“Saluta Ramelde e bacia i 21 cent” (23/9/1893 – idem,
30/10/1893
o anche forme più complicate:
“Saluta le signorine 3 via 7” (24/11/1893)
“Saluta Ramaiolo e 3 via 7” (3/12/1893)
“Addio saluti a Ramaiolo e 7
7 7 21” (5/12/1893)
“Ciao saluti caro Vino e 3:777” (8/12/1893)
“Saluta Ramelde e 3 x 7” ( 4/1/1894)
Qualche volta le bimbe vengono ricordate con forme
tipicamente lucchesi: “Salute a te e alle piscione” (8/10/1893), “Saluta
Ramelde e bambore” (17/1/1894), “Salutando la Femmina e pitorine” (9/3/1894).
(citazioni dal I volume dell'Epistolario a cura di Biagi Ravenni/Schickling ediz. Olschki)
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